Ludovico Bomben è una tra le più intriganti realtà emergenti della giovane arte italiana. Ha esposto le proprie opere in varie sedi istituzionali, tra le quali il Centro per l’Arte Contemporanea di Villa Manin e Viafarini. La sua ricerca prende avvio dalle infinite possibilità che offre lo spazio se inteso come luogo dell’apparire della relazione. Indagare lo spazio, per Ludovico Bomben, significa “giocare” il luogo, tempo, senso, non-vuoto che sta tra i due termini. Egli con evidente abilità, giunge sempre a svelare il destino di questa complessa ricerca: un orizzonte nel quale il principio ultimo del “divenire altro” delle cose, unica fede del nostro tempo, cede il passo alla relazione che lega l’insieme dei termini che ci appaiono. La relazione si mostra nelle sue opere e si impone, come dicevo, in quanto origine, al pari di un principio di verità di natura filosofica. La luce che, attraverso il colore, non “fa vedere” ma si rende visibile qualificando le cose o la misura di un luogo “mostrata” attraverso il peso di un materiale, sono esempi come lo spazio sia, prima di tutto, luogo di un “auto-apparire” del principio comune tra cosa e cosa. Non immaginato “attraverso” l’oggetto, ma in sé, nel suo stesso mostrarsi. Relazione fisica quindi, materia, non fede ma incontrovertibile certezza che quel che collega cosa a cosa sia ancora una volta cosa e, in quanto tale, soggetta al gioco della manipolazione.

Ludovico è un artista che, nonostante la giovane età, ha sviluppato una notevole maturità, sia professionale sia umana e questo gli consente di rendere proficuo ogni scambio. Ha lavorato e lavora con altri artisti, contribuendo sempre in modo determinante alla creazione di un clima ottimale alla realizzazione dei propri progetti o di quelli nei quali viene coinvolto.